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Fare "SAN MARTINO"

La figura di San Martino di Tours e la sua immensa fama che questo Santo ci conquistò fin dai primi anni dopo la sua morte, viene spesso associata all'episodio del mantello che egli, allor agiovane militare aveva diviso con un poveretto mendicante e infreddolito.

Ma la figura di questo Santo è legata anche alle tradizioni popolari della nostra Brianza e del nostro territorio, anche se, per la verità, nella mente della gente dei contadini di un tempo, il nome del Santo era inevitabilmente associato ad una incombenza gravosa e spesso impossibile da assolvere. L'11 Novembre occorreva pagare l'affitto al proprietario del terreno e dell'abitazione. Chi non era in grado "de pagà el ficc" (pagare l'affitto) era costretto a lasciare i locali e ad andarsene, caricando le poche povere cose sul carretto, in cerca di un'altra collocazione. Per questo motivo, è rimasta nel linguaggio popolare l'espressione "fà San Martino" per dire traslocare, cambiare casa.

Del resto era raro che un proprietario si lasciasse commuovere dalle preghiere di un contadino che non riuscisse a pagare l'affitto; non bastava mettere davanti agli occhi del padrone i troppi figli da sfamare, il raccolto scarso, le mucche colpite dalla malattia; bisognava pagare o lasciare tutto.

"November l'è cain" esclamava sconsolato il contadino, "se te paghet minga el ficc, te fan fà San Martino".

L'importanza della data 11 Novembre, spesso ricorrente sui documenti come scadenza dei contratti, era legata al fatto che la festa di San Martino, un tempo giorno di precetto, fu per secoli celebrata con fiere, fuochi e banchetti, ma costituiva anche una sorta di capodanno, dato che in Francia ma non solo, proprio l'11 Novembre cominciava l'attività dei tribunali, delle scuole e dei parlamenti, si tenevano le elezioni comunali, si rinnovavano i contratti agricoli e, sopratutto, si pagavano fittanze e locazioni o, non potendo farlo si "faceva San Martin".  

 

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